Nato figlio di un nobile con il nome di Siddhartha Gautama,
cresce nello sfarzo e negli agi fino a quando all’età di 33 anni
decide di abbandonare tutto per ricercare la Verità Ultima, la
causa della sofferenza.
Dopo un periodo di 6 anni di forte austerità nel corso del
quale si è nutrito di un solo chicco di riso al giorno,
abbandona anche l’ascetismo più estremo e dopo una
settimana di assorbimento meditativo sotto l’Albero della
Bodhi, scopre la Via di Mezzo e raggiunge l’Illuminazione, la
comprensione ultima di tutte le cose.
A seguito delle numerose richieste di varie Divinità, decide di
diffondere il Suo Insegnamento a tutti gli esseri senzienti e
passa i successivi 40 anni viaggiando per tutta l’India
raccogliendo un numero sempre più numeroso di discepoli.
Prima di lasciare il corpo fisico lascia un’ultimo
Insegnamento, una sorta di eredità spirituale proferendo
queste parole:
“Lasciate che il Dharma e la disciplina che vi ho insegnato
siano il vostro Maestro.
Tutte le singole cose passano.
Sforzatevi instancabilmente.”
Eminente studioso del Mahayana, fonda la scuola di pensiero Buddhista Yogacara la quale ha come caratteristica distintiva il concetto di Vijnapti-mātra, meglio conosciuto come Cittamatra, la scuola della “Solo Mente”
Nel suo imponente lavoro, Asanga ha fatto uso di idee precedenti quali le Prajnaparamita ed il Sarvastivada Abhidharma sviluppando un nuovo schema per la pratica spirituale.
Tutto ciò fu possibile grazie all’incontro che Egli ebbe con Buddha Maitreya dopo un lungo ritiro durato ben 12 anni.
Maitreya gli apparve nelle sembianze di una cagna morente con già alcuni vermi a mangiarne la carne.
La compassione che Asanga sviluppò per quell’essere fece sì che Maitreya gli potè apparire nel suo vero aspetto, facendolo quindi suo discepolo istruendolo nella vacuità di tutti i fenomeni.
Insieme ad Asanga che ricevette Insegnamenti sul Lignaggio delle Vaste azioni direttamente da Maitreya, fu uno dei pionieri del Buddhismo Mahayana avendo a sua volta ricevuto Insegnamenti sul Lignaggio della Visione Profonda direttamente da Manjushri, il Buddha della saggezza.
Nagarjuna nacque in una famiglia di bramini e la Sua venuta fu profetizzata in diversi Sutra; alla sua nascita venne però profetizzato che sarebbe vissuto solo 7 giorni se i genitori non avessero fatto offerte a 100 monaci, cosa che gli avrebbe garantito di vivere fino a 7 anni.
Dopo aver fatto le offerte, all’età di 7 anni i genitori lo mandarono all’università monastica di Nalanda dove colui che sarebbe diventato poi uno dei suoi Maestri principali, Saraha profetizzò che se fosse diventato monaco, grazie a particolari pratiche sarebbe infine vissuto a lungo.
Nagarjuna studiò a lungo sia i Sutra che i Tantra ed infine divenne abate di Nalanda.
Si dice che ricevette il Sutra della Perfezione della Saggezza ( il Prajnaparamita Sutra) dal re dei Naga ed un giorno, mentre lo stava insegnando apparvero sei Naga che per proteggerlo dal sole formarono sul suo capo una sorta di cappello.
Sono numerosi gli Scritti lascati da questo Grande Maestro, suddivisi nelle Collezioni del Ragionamento, Collezioni di Elogi, Collezioni di Spiegazioni Didattiche.
Nacque figlio di un re, ma al momento di salire al trono gli apparve in sogno Manjushri, il quale gli disse che la vita regale non faceva per lui.
Seguendo il Suo consiglio si ritirò in un bosco insieme a diversi Guru non buddhisti dai quali insegnamenti riuscì comunque ad ottenere alcune realizzazioni.
Divenne monaco Buddhista presso l’università di Nalanda dove nessuno comprese che egli fosse sempre in assorbimento meditativo, anzi, lo soprannominarono il monaco che beve, mangia e defeca considerandolo estremamente pigro.
Gli altri monaci deciso di espellerlo da Nalanda e decisero quindi di metterlo alla prova organizzando una giornata di Insegnamento che Egli stesso avrebbe dovuto dare ad un assemblea di altri monaci e laici.
Il trono che venne per lui preparato era molto alto e senza scalini, ma quando Shantideva gli si accostò, questi si rimpiccolì fino a diventare delle dimensioni corrette e tutti i monaci compresero il proprio errore.
Fu in quel momento che Shantideva diede il suo più famoso Insegnamento, il. Bodhisattvacharyavatara, la Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva.
Durante la recitazione sul 9 capitolo, quello sulla vacuità, ascese al cielo e di Lui rimase solo la voce, fino al termine degli Insegnamenti.
Questo Testo è ora uno dei più importanti dell’intero Buddhismo tibetano.
Atisha nacque come secondo genito di un re il cui palazzo era adornato da 25.000 stendardi d’oro.
Alla tenera età di 18 mesi, in visita presso un luogo sacro con i genitori si prostrò verso i Tre Gioielli e ringraziando la generosità dei suoi genitori, pregò di poter vivere senza impegni mondani, di poter realizzare il suo intero potenziale e beneficiare tutti gli esseri.
All’età di 21 anni lasciò il palazzo del padre per cercare la propria Guida Spirituale, ma il legame con la vita regale fu difficile da sciogliere, tanto che dietro il consiglio di uno dei suoi Maestri, Rahulagupta, tornò a palazzo e per tre mesi insieme ad 8 altri discepoli del Maestro, tenne un comportamento tale da convincere i suoi genitori di aver peso il senno, i quali lo liberarono da ogni suo legame e gli chiesero di andarsene da palazzo per sempre.
Una volta libero, Atisha si immerse negli studi di Sutra e Tantra, ebbe in tutto ben 157 Maestri e divenne il detentore di tutto il Dharma di Buddha Sakyamuni.
Si dice che quando insegnava fosse come se fosse il Buddha stesso a parlare ed ovunque Egli andasse, riportava splendore ad ogni pratica che potesse aver subito una degenerazione nel tempo.
Già anziano, venne invitato dal re del Tibet Yeshey Od per riportare ordine nel Dharma, diffuso secoli prima da Guru Padmasambhava, ma degenerato a causa di un terribile repressione da parte del re Langdarma; a causa di ciò, molti praticanti avevano sviluppato visioni erronee sulla disciplina etica e credevano che Sutra e Tantra, come Hinayana e Mahayana fossero contradditori fra loro.
Dopo non poche difficoltà, il nipote del re, Jangchub Od, riuscì a portare Atisha in Tibet il quale resosi conto della situazione ormai barbara dei tibetani ed in seguito ad una dolcissima preghiera dell’orami re Jangchub od, Insegnò per tre anni a Ngari ed i punti di questi Insegnamenti vennero trascritti nel Testo Sacro La Lampada sul Sentiero, che divenne di fatto il primo testo di LamRim.
Atisha condensò tutto il suo sapere in un testo suddiviso per punti graduali in cui espose tutto il Dharma di Buddha.
Egli Insegnò un metodo che condensava Sutra e Tantra ed solo grazie alla Sua Gentilezza se tutto questo prezioso sapere è giunto intatto sino a noi.
La nascita di questo grande Maestro e riformatore del Buddhismo tibetano venne profetizzata da Buddha Sakyamuni stesso quando, una precedente incarnazione di Lama Tsong Khapa, donò al Buddha un rosario di cristallo puro.
Il Buddha gli donò in cambio una conchiglia e profetizzò che in futuro egli sarebbe tornato per chiarificare il Suo Insegnamento.
Anche Guru Padmasambava ne profetizzò la venuta dicendo che un lama dal nome Lobsang Dragkpa, nato vicino al confine con la Cina, sarebbe nato ed avrebbe compiuto opere straordinarie.
Tsong Khapa fu il quarto di sei figli ed un anno prima della sua nascita, colui che sarebbe stato poi il Suo Maestro principale ebbe una visione di Yamantaka durante un ritiro, il quale gli disse che sarebbe rinato da li ad un anno nel villaggio di Tsongha, nella regione dell’Amdo.
Prese i Voti a 4 anni e da li in poi avrebbe passato la Sua vita ad operare per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, noi compresi.
Fra i molti meriti che gli vanno riconosciuti sicuramente va ricordato il fatto di aver riportato chiarezza sia nei Sutra che nei Tantra, riunificandoli in un unico sistema come a suo tempo prima di Lui, fece già il grande Atisha.
Da questo Sistema venne a nascere poi il Lignaggio Gelug-Pa che sarebbe diventato, e tutt’ora lo è, il principale fra i 4 Lignaggi del Tibet.
Tra le sue Opere scritte più famose troviamo La Grande Esposizione degli Stadi del Sentiero, la Media Esposizione degli Stadi del Sentiero e la Breve Esposizione degli Stadi del Sentiero; inoltre ricordiamo la Lode all’interdipendenza, Opera dal valore unico scritto immediatamente dopo aver compreso e realizzato la profondità degli Insegnamenti di Buddha su interdipendenza, impermanenza e vacuità.
Fra i Suoi discepoli più importanti troviamo Jamyang Chojey che fondò il monastero di Drepung.
Jamchen Chojey fondò il monastero di Sera e Gyelwa Gendun-drub fondò invece il monastero di TashiLunpo.
Quest’ultimo, sarebbe diventato poi il primo Dalai Lama.
Il Piccolo Lhamo Dondrub, nato in una povera famiglia di contadini in un piccolo villaggio al confine con la Cina, Taktser.
Riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore il XIII Dalai Lama nel 1937, venne in seguito condotto a Lhasa per poter essere istruito ed intronizzato come XIV Dalai Lama nel 1939 con il nome di etsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzin Gyatso.
Oggi il mondo lo conosce come Tenzin Gyatso, Oceano di Saggezza.
Fra i Suoi Maestri ci sono VI Ling Rinpoce, il XVII Trijang Rinpoce, e del III Taktra Rinpoce; mostrò fin da subito una grande intelligenza e capacità di comprensione degli Insegnamenti più profondi.
Visse al riparo dalle attività del mondo per molti anni, protetto dalle mille stanze del Palazzo del Potala, residenza ufficiale del Dalai Lama,ma nel 1950 la sua tranquillità venne scossa dall’invasione cinese del confine nord orientale del paese, cosa che lo portò all’età di soli 15 anni a divenire il reggente politico del Tibet per fronteggiare la situazione.
Nonostante i Suoi sforzi, nel 1959 dovette abbandonare il Tibet in gran segreto, fuggendo di notte ed attraversando il confine con l’India, paese che lo accolse riconoscendo a Lui ed al popolo tibetano lo status di rifugiati politici.
Da allora, Sua Santità si è prodigato per diffondere il principio della non violenza e del dialogo fra i popoli, nonché per sostenere la causa del popolo tibetano agli occhi del mondo.
La Sua Opera lo porterà poi a ricevere il premio Nobel per la pace nel 1989 proprio per il suo impegno non violento nella lotta alla liberazione del Tibet.
Sua Santità continua ad Insegnare in tutto il mondo e a diffondere la Sua Presenza in ogni dove grazie al Suo amore per tutti gli esseri.
Il Panchen Lama, fu la seconda carica più importante lamaistica del Tibet fino al 1950.
Il nome Panchen Lama deriva dal termine sanscrito pandita, che significa erudito, e dal tibetano chenpo, ovvero grande. In italiano può essere tradotto con il termine Grande Erudito. Il Panchen Lama è un monaco tibetano, un lama di grande prestigio e influenza nel Buddhismo tibetano. È membro della scuola Gelug, e per tradizione è l’Abate del Monastero di Tashi Lhunpo. Oggi è considerato la reincarnazione di Amitabha, il Buddha della Conoscenza, e insieme al Dalai Lama è considerato un Tulku di grande lignaggio che sceglie volontariamente di reincarnarsi per insegnare il Dharma, la via insegnata dal Buddha Sakyamuni. I tibetani si rivolgono a lui come Mahapandita.
Lo scopo del Panchen Lama era quello di contribuire allo sviluppo del pensiero buddhista e al suo insegnamento. In Tibet era considerato un essere di alto rango subordinato alla sola autorità del Dalai Lama, e al contrario di lui non esercitava mai alcun potere civile. Dal giorno dell’istituzione del suo rango, il Grande Erudito si unì all’ Oceano di Saggezza in un profondo legame di stima e collaborazione, tanto che in Tibet si diceva che i due fossero uniti come il sole e la luna.
Dopo l’occupazione cinese del Tibet, avvenuta tra il 1949 e il 1959, e la fuga del XIV Dalai Lama, il X Panchen Lama Lobsang Trinley Lhündrub Chökyi Ghyaltsen ha potuto continuare a vivere nel Paese d’origine esercitando le proprie funzioni fino alla sua morte avvenuta nel 1989.
Attualmente, la questione del Panchen Lama è una delle maggiori cause di astio tra il regime cinese e il popolo tibetano.
Si dice che da bambino mostrò doti insolite e all’età di sette anni fu presentato a Sharpa Chuje Lobsang Dargye, una delle figure religiose di spicco dell’epoca. Era certo che il bambino fosse la reincarnazione di un Santo e predisse che se fosse stato collocato nel Monastero di Sera Me, “gli sarebbe successo qualcosa di meraviglioso in futuro”. Più tardi si scoprì che era la reincarnazione del lignaggio Changkya che include il famoso studioso Changkya Rolpay Dorje (1717-1786). I lama di questo lignaggio avevano insegnato ampiamente nelle aree della Mongolia e della Cina, anche alla corte dello stesso imperatore cinese. Pertanto, il nome “Changkya” aveva forti connotazioni cinesi. Poiché il governo e il popolo tibetano erano sensibili alle pressioni a cui erano già sottoposti dalla Cina, il nome “Chankya” è stato rimosso e il bambino è stato dichiarato “Pabonka”.
Pabonka Rinpoche è stato uno dei grandi lama Gelugpa dell’era moderna del buddhismo tibetano. Era sia il lama radice di Ling Rinpoche che di Trijang Rinpoche, i due precettori dell’attuale Dalai Lama e insegnante della maggior parte degli altri maestri Gelugpa che hanno portato il Dharma in Occidente dal Tibet. Conseguì il titolo di Ghesce presso l’Università Monastica di Sera a Lhasa e divenne un insegnante molto influente in Tibet che, insolitamente, insegnò a un gran numero di praticanti laici. A Pabonka Rinpoche fu offerta la reggenza dell’attuale Dalai Lama ma la rifiutò perché aveva “una forte avversione per gli affari politici”.
Ha ricevuto la sua educazione spirituale formale al Monastero di Sera. Studiò con Jaba Sonpo Rinpoche, ma il suo lama radice, o guida spirituale, era Dagpo Lama Rinpoche.
Nel 1921 Pabonka Rinpoche tenne un insegnamento di 24 giorni sul Lam Rim, o “Fasi del sentiero”, a cui parteciparono circa 700 monaci, monache e laici tibetani.
Questi insegnamenti furono trascritti e pubblicati da uno dei suoi principali studenti, Trijang Rinpoche, che in seguito divenne il primo tutore del XIV Dalai Lama. Pubblicati in tibetano nel 1958, furono tradotti in inglese e pubblicati con il titolo “La Liberazione nel Palmo della Tua Mano” nel 1991.
Pabonka Rinpoche fu il primo insegnante Gelug ad insegnare a laici fuori dai monasteri e divenne molto influente.
Il grande maestro Pabonka è stato durante la prima metà del XX secolo il detentore delle chiavi del lignaggio della tradizione orale di Gaden. Molti altri insegnanti prima di lui hanno padroneggiato interi aspetti degli insegnamenti della tradizione, ma Pabonka Rinpoche ha il merito particolare di aver ricercato e raccolto tutte queste trasmissioni parziali, apprese e realizzate, e poi riassemblate per trasmetterle. Durante la sua vita, è stato difficile trovare una figura importante nella tradizione di Gaden che non fosse un discepolo di Pabonka Rinpoche. Kyabje Trijang Rinpoche ha avuto la capacità di ricevere e trasmettere ancora una volta, nella sua interezza, la tradizione orale di Gaden.
Kyabje Yongzin Ling Rinpoche nacque in Tibet nel 1903, non lontano da Lhasa a Kyushu, luogo conosciuto come dimora di Cakrasamvara e della sua consorte. Dopo soli 12 anni di studio alla Drepung Loseling Monastic University, ha ricevuto a 21 anni una laurea come Ghesce Lharampa.
Rinpoche è stato Abate del Monastero Tantrico di Gyutò, prima di essere il tutore principale del XIV Dalai Lama.
Kyabje Yongzin Ling Rinpoche ha dato molti insegnamenti pubblici e privati e iniziazioni durante la sua vita in Tibet, India, Europa e Nord America. Morì a Dharamsala, in India, all’età di 81 anni. Secondo quanto riferito, la coscienza di Rinpoche rimase nel suo corpo dopo la morte, assorbito nella Chiara Luce della sua mente, per tredici giorni. Prima di Kyabje Ling Rinpoche,
tre precedenti incarnazioni di Ling Rinpoche erano tutori di precedenti Dalai Lama inclusi il XIII, il XII e il VI Dalai Lama.
Tre incarnazioni di Ling Rinpoche erano anche i Gaden Tripa. Per molti anni, le incarnazioni di Ling Rinpoche fondarono molti monasteri in Tibet e insegnarono a studenti di ogni tradizione del buddhismo tibetano.
E’ stato un monaco buddhista tibetano ed il XVII Trijang Rinpoche. Il più celebre e influente esponente del lignaggio dei Trijang Rinpoche considerato tra i lama più eruditi del suo tempo, allievo di Pabonka Rinpoche e secondo tutore del XIV Dalai Lama. Nacque in un’influente famiglia aristocratica discendente dallo zio del VII Dalai Lama, e fin dalla più tenera infanzia dimostrò un grande interesse per le pitture religiose, le statue e gli strumenti rituali tantrici. Fu pertanto visitato e messo alla prova da alcuni influenti lama e monaci alla ricerca della reincarnazione del XVI Trijang Rinpoche. Al termine degli esami fu riconosciuto come il nuovo Trijang, e i monaci in seguito aggiunsero che quando li vide li chiamò per nome e domandò loro di lavargli i piedi, poiché il suo predecessore Trijang Rinpoche, soffrendo di reumatismi aveva anch’egli l’abitudine di farsi lavare i piedi dai propri attendenti.
Dopo aver ricevuto diverse iniziazioni ed Insegnamenti, all’età di 23 anni iniziò a dare insegnamenti in vari monasteri Gelug sparsi in tutto il Tibet, acquisendo una fama pari a quella di Pabonka Rinpoche. Nel 1933, quando il XIII Dalai Lama morì, aiutò i maggiori lama ad officiare la cerimonia funebre. In seguito si riunì a Pabonka Rinpoche a Gaden per una lezione di Lam Rim, occasione in cui ricevette una copia di un testo classico scritto con lettere dorate, dal quale poi si ispirò per scrivere molti libri, tra cui il commentario “La liberazione sul palmo della tua mano”, trascrizione di un insegnamento di Pabonka Rinpoche che si rifà al Lam Rim Chen Mo di Lama Tzong Khapa
Molti tra i suoi discepoli divennero ben presto Ghesce di altissimo livello. Alcuni di essi si recarono a vivere in Occidente. Fu il primo lama ad incontrarsi con Papa Paolo VI nel 1963, morendo in esilio in India nel 1981.
Lama Gelug fu discepolo del terzo Trijang Rinpoche, tutore del giovane XIV Dalai Lama, famoso come analista acuto e maestro del dibattito filosofico, nonché un potente praticante tantrico. Fu l’Abate del Monastero di Gaden Shartse.
Andò a Lhasa nel 1916 quando aveva undici anni per studiare il Buddhadharma come presentato nella tradizione di Je Tzong Khapa al Monastero di Gaden Shartse, uno dei principali monasteri Gelug e sede di apprendimento in Tibet.
Sebbene riconosciuto come un Lama reincarnato, Zong Rinpoche non aveva i privilegi accordati ai tulku moderni. Non ebbe benefattori a sostenerlo e visse un’esistenza spartana.
Invece di un tavolo da cui leggere le scritture, si accontentò di una scatola da tè vuota sostenuta da mattoni. Era completamente concentrato sui suoi studi, che perseguiva con immancabile coraggio e diligenza. Sembrava disinteressato al cibo e alle bevande, sopravvivendo con una dieta molto semplice.
Diventò famoso nei tre grandi monasteri Gelug
del Tibet centrale, Gaden, Drepung e Sera come un maestro del dibattito filosofico che possedeva una memoria straordinaria. Dopo aver discusso il verso di apertura di Pramanavarttika, la principale dissertazione sulla logica buddhista del grande Dharmakirti, l’interpretazione di Zong Rinpoche ha portato il famoso Ghesce Amdo Sherab Gyatso ad osservare: “Non ci sarebbe un dibattito più eccellente anche se lo stesso Dharmakirti fosse qui di persona!“
Kyabje Trijang Rinpoche e Kyabje Ling Rinpoche furono tutori di Sua Santità il Dalai Lama. Hanno insegnato a Sua Santità tutto, dagli insegnamenti di base ai livelli avanzati.
Ha ricoperto la carica di Abate per nove anni del Gaden Shartse College a partire dal 1937
Si dimise dal suo seggio nel 1946 e partì per un lungo pellegrinaggio a Tsari, nel sud-est del Tibet. Divenne famoso per le attività di guarigione e molte azioni di potente magia, a seguito delle quali si verificarono segni meravigliosi e indescrivibili.
Poco dopo le 9 del mattino del 15 novembre, giorno della discesa del Buddha dal cielo, Zong Rinpoche andò dalla sua camera da letto al soggiorno, dicendo che gli sarebbe piaciuto tanto sedersi in posizione eretta. Quando gli studenti entrarono nella stanza pochi minuti dopo, Zong Rinpoche, ancora seduto, aveva lasciato il corpo.
Visse nel villaggio natìo con la sua famiglia fino all’età di 22 anni, età in cui partì alla volta del Monastero di Drepung per accompagnare suo fratello minore intento a prendere i voti monacali. La sua idea era di lasciare il fratello presso il Monastero e tornare al suo villaggio, ma una volta lasciato il fratello al Monastero di Drepung cambiò idea. Nel lungo viaggio diretto verso Lhasa decise anch’egli di abbracciare le vesti monacali ed entrò al Monastero di Gaden.
Dopo aver terminato i suoi studi ed essere diventato Geshe, andò in ritiro per tre anni e realizzò shiné, la concentrazione meditativa.
A seguito dell’invasione cinese del 1959 lasciò il Tibet trovando rifugio in Assam, una regione dell’India sul confine con il Bhutan.
Dopo alcuni anni decise di tornare in ritiro in una montagna dove vi rimase per 35 anni dedicando quel tempo completamente alla pratica meditativa.
Dopo aver trascorso tutti quegli anni, in eremitaggio, su invito di Sua Santità il Dalai Lama, tornò al Monastero di Gaden Jangtse ricostruito in India, nella regione del Karnataka, accolto ed ammirato dai maestri del Monastero come un grande monaco realizzato.
Espresse la volontà di lasciare il corpo, ma, a seguito di suppliche da parte di importanti maestri del Monastero, rinviò la sua decisione fino alla completa costruzione del Monastero Gaden Jangtse Dratsang. Nel 2001 lasciò il corpo serenamente a 85 anni.
Il Venerabile Geshe Lobsang Sherap ha seguito gli Insegnamenti di questi Maestri per 21 anni,
ascoltando e meditando sotto la loro guida.
È stato abate del monastero di Gaden.
Ha lasciato il corpo all’età di 95 anni.
È stato il principale Maestro dell’Abidharma
del Venerabile Geshe Lobsang Sherap.
Anch’egli ha ricoperto l’importante ruolo di
Abate del monastero di Gaden,
ha lasciato il corpo nel 2010.
Il Venerabile Geshe Lobsang Sherap
ha vissuto al suo fianco ogni giorno per 21
anni.
Maestro umile e un grande meditatore che teneva sempre lontane le otto emozioni mondane.
Un vero e grande santo internamente, che teneva nascoste le sue Qualità all’esterno.
Ha lasciato il corpo nel 2016 all’età di 96 anni.
nel 2015.